giovedì 13 febbraio 2020

Nuova procedura per ridurre il dolore nei casi complessi di chirurgia urologica


Migliorare la qualità di vita dei pazienti oncologici sottoposti ad interventi radicali demolitivi, particolarmente se a lunga spettanza oncologica di vita , ha costituito l’obiettivo imperativo degli ultimi anni.

L'asportazione completa della vescica-prostata, con le diverse neoplasie renali, sono interventi invasivi che prevedono un post-operatorio caratterizzato da un importante sintomatologia dolorosa.

Presso la Struttura Complessa di Urologia dell'Azienda Ospedaliera Papardo diretta dal Primario Dr. Francesco Mastroeni in stretta collaborazione con i medici anestesisti viene praticata una innovativa tecnica.

La visione diretta del target nervoso attraverso esame ecografico permette di applicare localmente i farmaci che diminuiscono il dolore. Con questa tecnica si arriva infatti ai piccoli nervi sensitivi della zona addominale. Nota come TAP Block questa tecnica miran infatti ad anestetizzare i piccoli nervi sensitivi che decorrono lungo i sepimenti connettivali che separano fasce muscolari differenti e rappresentano la frontiera dell’anestesia locoregionale.

Esso trova indicazione nella chirurgia addominale sotto-ombelicale, in particolare nella chirurgia urologica, realizzando un’efficace analgesia, intra e post operatoria. Gli studi confermati dalla nostra personale esperienza dimostrano che questo blocco di fascia consente di ridurre in maniera significativa la richiesta di oppioidi durante l’intervento e nelle prime 18 ore del postoperatorio.

“Il nostro ospedale - dichiara il Direttore Generale dell’A.O. Papardo di Messina Mario Paino - è all’avanguardia nel mettere a disposizione dei pazienti le tecniche più evolute che permettono un recupero post-operatorio meno doloroso. Questa tecnica innovativa conferma l’alto livello offerto ai degenti della Struttura Complessa di Urologia del nostro Ospedale e ci colloca tra i migliori centri che hanno come obiettivo il trattamento del dolore in casi complessi che richiedono procedure invasive e da sempre considerate traumatiche per il paziente.”

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